Biomarcatori ematici per la diagnosi della malattia di Alzheimer nella pratica clinica: pubblicate le prime linee guida
A cura di Elena Gatti Palmqvist S, Whitson HE, Allen LA, Suarez-Calvet M, Galasko D, Karikari TK, et al,. Alzheimer’s Association Clinical Practice Guideline on the use of blood-based biomarkers in the diagnostic workup of suspected Alzheimer’s disease within specialized care settings. Alzheimers Dement. 2025 Jul;21(7):e70535. doi: 10.1002/alz.70535. Un semplice prelievo di sangue potrebbe presto affiancare – e in alcuni casi sostituire – gli esami più complessi oggi utilizzati per la diagnosi della malattia di Alzheimer nella pratica clinica. È quanto emerge dalle nuove Linee Guida Cliniche dell’Alzheimer’s Association, pubblicate nel luglio 2025, che per la prima volta forniscono raccomandazioni basate sulle evidenze sull’impiego dei biomarcatori ematici (BBM) nella valutazione dei pazienti con compromissione cognitiva all’interno di centri specializzati. Finora la conferma della patologia richiedeva test come la puntura lombare per l’analisi del liquido cerebrospinale (CSF) o la PET amiloide: strumenti molto affidabili, ma invasivi e poco accessibili su larga scala. I biomarcatori ematici – in particolare le forme fosforilate della proteina tau (p-tau181, p-tau217, p-tau231) e il rapporto Aβ42/Aβ40 – si stanno dimostrando invece una soluzione più semplice, rapida ed economica, con il potenziale di ampliare l’accesso alla diagnosi precoce. […]