Fattori di rischio e di protezione

I fattori di rischio associati alla malattia di Alzheimer vengono divisi in due categorie: fattori di rischio non modificabili e fattori di rischio modificabili. Mentre sui primi non è possibile agire, sui secondi è possibile intervenire ottenendo dei significativi risultati sul piano clinico.

Fattori di rischio non modificabili

Uno dei fattori di rischio non modificabili è rappresentato dall’età. Con l’avanzare dell’età incrementa anche il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. La maggior parte delle persone sviluppa l’Alzheimer dopo i sessantacinque anni e, da questo momento, l’incidenza di malattia incrementa in modo esponenziale fino a circa ottanta anni. Un secondo fattore di rischio è rappresentato dalla genetica. Alcune forme di demenza sono definite sporadiche, cioè si manifestano senza ereditarietà tra le generazioni di una famiglia. Altre forme invece, denominate familiari, si manifestano in due o più persone appartenenti allo stesso nucleo familiare. Queste ultime possono essere causate da una mutazione genetica che può essere trasmessa dal genitore al figlio con una probabilità del cinquanta per cento. Un altro fattore genetico di suscettibilità è legato al gene APOE. Una sua specifica variante conferisce un rischio aumentato di sviluppare la malattia di Alzheimer, ma non la assoluta certezza.

[Per approfondire la componente genetica associata all’Alzheimer si veda la sezione “Alzheimer e genetica”].

Fattori di rischio modificabili

La letteratura continua a mostrare un grande interesse verso i fattori di rischio modificabili. I principali fattori di rischio modificabili sono associati allo stile di vita: il fumo di sigaretta, l’assunzione di alcol, la carenza di vitamine, la scarsa attività fisica o altre attività di svago (fisiche, mentali, sociali). Il diabete, l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, l’obesità e la dislipidemia rappresentano altri fattori di rischio associati all’Alzheimer così come una storia positiva per traumi cerebrali, patologie cerebrovascolari, vasculopatie. Una bassa scolarità e uno stile alimentare poco sano sono anch’essi associati ad un maggior rischio di sviluppare la malattia.

I fattori di protezione rappresentano l’altra faccia della medaglia. Tra essi è possibile citare l’assenza di familiarità per la malattia e il possedere un particolare genotipo, l’alta scolarità, l’aderire ad uno stile alimentare sano, ben rappresentato dalla dieta mediterranea, il mantenere allenati fisico e cervello, il mantenere delle buone relazioni sociali, il monitorare e trattare eventuali problematiche cardiovascolari. In assenza di cure e non potendo agire sui fattori di rischio non modificabili, appare quindi di fondamentale importanza promuovere la riduzione del rischio intervenendo su questi ultimi fattori.

[Per approfondimenti si veda la sezione “Prevenzione”].