Mi trascino con te per le stanze per far scorrere
il tempo che non scivola via
se non il giorno dopo:
sono qui prigioniero in questa casa
che a volte non riconosci.
Il sole, fuori, accende i colori del mio giardino,
si stende tra i fiori
e fa sbocciare le rose
che non ricordi di aver piantato.
A volte uscirei
a respiare il vento
che accarezza le foglie, stacca alcuni frutti
che restano a terra:
tu non li raccogli più.
La neve ridisegna
con linee morbide
le siepi sparse per tutto il giardino che non ho potato
e le guardo dalla finestra
mentre tu stai accanto a me con gli occhi chiusi.
Quale primavera mi attende?
Merlini Lorenzo
17.11.2012
Mamma è all’apice del Declino…continuiamo a combattere! Siamo solo noi la loro inutile medicina.