Ciao papà,

Tu non lo sai, sono ancora arrabbiata con questa assurda malattia che ti ha rapito qualche anno fa e ho il cuore che urla di dolore, ci sono dei giorni in cui non riesco proprio ad affrontarti, lo faccio lo stesso, per la mamma, perché è la in prima linea li con te, ora dopo ora, carcerata fiera, ora solamente a volte, di esserlo. Donne così sono rare. E io la amo con tutta me stessa, tu lo sapevi. Tu non sei stato presente, sei stato un papà molto duro, molto impegnato, con una tua storia precisa e ben definita che ora non esiste più, neanche il ricordo della guerra che hai vissuto, neanche la fame che hai patito, neanche la carriera che hai fatto nel lavoro, e neanche quanto hai lasciato sola la mamma e noi, non ti ricordi più niente. Pensa tu eri un giornalista sportivo agli inizi, e sei sempre stato un grande oratore. Finito tutto.

Ora io sono la tua zia Assunta, oppure tua sorella oppure la signora che viene spesso e mi dai il tuo biglietto da visita per ricordar mi dove abiti. Sono io papà, sono sempre io. Non servono le parole, che ormai faticano ad uscire in modo consapevole e corretto, ma è nato un vecchio signore per niente duro, solo molto malinconico a volte, proprio come me, che mi fa una grande tenerezza, perché sto imparando che le parole non servono e sto capendo quanto ti senti insicuro e pieno di paura. Non si possono descrivere le ore del giorno che scorrono cercando di parare gli imprevisti, davvero alle volte non ce la facciamo a ripeterti cento volte la stessa risposta. Scusa. Io non sono brava, faccio quello che posso, col cuore rotto dal dispiacere di vederti così. Scusami. Io ti voglio davvero bene, e ho capito che mi fa bene quando ti accarezzo la guancia, o ti do i bacini, che ti piacciono tantissimo, perchè sento che ciò che arriva e solo il volersi bene comunque, a prescindere. Io ti ho perdonato molto tempo fa, tu papi, perdona me perché non sono mai pronta abbastanza per questa prova.