A cura di Valentina Saletti

Salinas J, Beiser AS, Samra JK, O’Donnell A, DeCarli CS, Gonzales MM, Aparicio HJ, Seshadri S.
Association of Loneliness With 10-Year Dementia Risk and Early Markers of Vulnerability for Neurocognitive Decline.
Neurology. 2022 Feb 7:10.1212/WNL.0000000000200039. doi: 10.1212/WNL.0000000000200039. Epub ahead of print.

Un recente studio pubblicato su Neurology, ha indagato la correlazione tra alcuni fattori di rischio psicosociali e la demenza. Dai risultati sembrerebbe che l’isolamento sociale in persone con meno di 80 anni comporterebbe un maggiore rischio di demenza. I ricercatori hanno condotto analisi retrospettive su uno studio di coorte che coinvolgeva 2.308 persone, con un’età media di 73 anni, di cui il 56% composto da donne. I risultati principali sono stati valutati su un periodo di osservazione di dieci anni. Sul totale dei partecipanti, in cui è stata verificata anche la presenza di un fattore di rischio genetico per lo sviluppo della malattia di Alzheimer (Apoe ε4), 329 soggetti hanno ricevuto diagnosi di demenza e 144 hanno riferito di sentirsi soli attraverso una specifica scala di valutazione (CES-D). Nonostante non ci fosse una correlazione significativa tra la solitudine e la demenza nei partecipanti con più di 80 anni, si è visto che le persone più giovani (con un’età compresa tra i 60 e 79 anni), che si sentivano soli, avevano maggiori probabilità di sviluppare demenza. Inoltre, nei partecipanti più giovani non portatori della forma genetica Apoe ε4, si è osservato che l’isolamento sociale era associato ad un rischio tre volte maggiore di sviluppare demenza.  Infine, è stato riscontrato anche che la solitudine era legata ad un peggioramento delle funzioni esecutive (che comprendono capacità di pianificazione, ragionamento, problem-solving e così via), ad un volume cerebrale totale inferiore e a maggiori lesioni della sostanza bianca. Sulla base di quanto emerso, i ricercatori che hanno condotto queste analisi sottolineano come dare priorità alla “salute del cervello” voglia dire anche mettere in campo strategie di prevenzione che prendano in considerazione il ruolo dei fattori psicosociali, come ad esempio la solitudine e l’ambiente sociale in cui viviamo.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35131906/