A cura di Valentina Saletti

 

Repetitive negative thinking is associated with amyloid, tau, and cognitive decline

Natalie L Marchant, Lise R Lovland, Rebecca Jones, Alexa Pichet Binette , Julie Gonneaud, Eider M Arenaza-Urquijo, Gael Chételat, Sylvia Villeneuve

Alzheimer’s & Dementia 2020 Jun 7. doi: 10.1002/alz.12116. Online aheadof print.

Un recente studio ha indagato il ruolo del pensiero negativo ricorrente nello sviluppo della malattia di Alzheimer. Sono stati esaminati i dati di 360 persone con età superiore ai 55 anni, i quali nell’arco di due anni, hanno risposto ad alcune domande legate a come venivano vissute ed interpretate le esperienze negative, in particolar modo la ruminazione sul passato e la preoccupazione per il futuro. Inoltre, sono state valutate le loro funzioni cognitive, tra cui memoria, attenzione, cognizione spaziale e linguaggio. Alcuni partecipanti (113) sono stati sottoposti anche a scansioni cerebrali PET per misurare i depositi di beta-amiloide e tau, due proteine “tossiche” che sembrano essere tra i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo della malattia di Alzheimer. Dai risultati è emerso che le persone che mostravano modelli di pensiero negativo ripetitivo sperimentavano un declino cognitivo maggiore, così come una maggior diminuzione della memoria e una maggior presenza di accumuli di beta-amiloide e tau nel cervello. Comprendere i fattori di rischio che potrebbero contribuire allo sviluppo della demenza di Alzheimer permette di migliorare la conoscenza di questa malattia ed è utile per lo sviluppo di strategie di prevenzione. Il legame tra i modelli di pensiero negativo ripetitivo e declino cognitivo è interessante sotto questo aspetto, tuttavia, come suggeriscono gli stessi ricercatori dello studio, sono necessari ulteriori indagini per comprenderlo meglio.

 

Potete trovare l’articolo originale al seguente link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32508019/