A cura di Michela Rampini

Dopo il grande debutto nei teatri francesi, sta facendo il giro di tutto lo stivale “Il Padre” di Florian Zeller, uno spettacolo teatrale con Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere. Il testo del 2012, pluripremiato e portato in scena prima a Parigi, poi a Londra e a Broadway, è arrivato in Italia in sordina  nel  2017 e tuttora ne sono in programmazione svariate repliche. Lo spettacolo racconta la storia di Andrea, un uomo  molto attivo che inizia a mostrare i primi segni della demenza di Alzheimer, e dell’adorata figlia Anna che se ne prende cura con amore, dolore e non senza difficoltà. Preoccupata per il benessere e la sicurezza del padre, gli propone di andare a vivere nel grande appartamento parigino dove vive con il marito… ma le cose non vanno del tutto come previsto! Andrea si rivela essere un personaggio fantastico, eclettico, intelligente e deciso a non rinunciare alla sua indipendenza, perennemente alla ricerca del suo orologio, l’unico oggetto che può aiutarlo a ritrovarsi in un presente che gli sfugge via. La sapiente penna di Zeller permette allo spettatore di cogliere l’inesorabile ed inarrestabile progressione della malattia con la conseguente disperazione dei familiari e  mette in scena una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione tra i due protagonisti causata soprattutto dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia. Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità dell’intero nucleo familiare. La progressiva perdita di autonomia del padre costringe Anna a prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà. In un unico atto di circa cento minuti il giovane drammaturgo francese riesce a raccontare con delicatezza e grande rispetto lo spaesamento di un uomo, la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi, eventi e persone. Lo spettatore rimane inchiodato alla poltrona e, tra sorrisi amari, respiro trattenuto e risate liberatorie assiste alle contraddizioni in cui Andrea incappa in questo percorso dolorosamente poetico.

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