A cura di Ilaria Passeggia

“Dietary fiber intake and risk of incident disabling dementia: the Circulatory Risk in Communities Study”. Yamagishi K, Maruyama K, Ikeda A, Nagao M, Noda H, Umesawa M et al. Nutritional Neuroscience. 2022 Feb 6;1-8. doi: 10.1080/1028415X.2022.2027592.

 

Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l’interesse dei ricercatori circa l’interazione tra cervello e intestino in termini di sviluppo della demenza. Il concetto di interazione cervello-intestino si basa sul presupposto che il sistema nervoso centrale comunichi bidirezionalmente con il tratto gastrointestinale, suggerendo che il microbioma intestinale possa influenzare la plasticità del cervello e le funzioni cognitive. Seguire una dieta ad alto contenuto di fibre (cereali, frutta e verdura), specialmente se ricca di fibre solubili, può essere legato a un rischio inferiore di sviluppare una demenza invalidante, che richiede cioè assistenza in alcune attività della vita quotidiana e che comporta la presenza di disturbi comportamentali. È questo il risultato, recentemente pubblicato sulla rivista Nutritional Neuroscience, di un ampio studio giapponese su un campione di 3739 adulti sani con un’età compresa tra i 40 e i 64 anni. I ricercatori hanno somministrato ai partecipanti un questionario riguardante la propria dieta; nello specifico, veniva chiesto loro cosa e quanto avessero mangiato nelle 24 ore precedenti l’intervista. I partecipanti venivano poi seguiti per i successivi 20 anni con dei check-up annuali. Durante tale periodo di monitoraggio, 670 soggetti hanno sviluppato una demenza invalidante.  I risultati dello studio hanno messo in luce che le persone che consumavano più fibre avevano circa il 25% di rischio in meno di sviluppare demenza in età avanzata. In generale, gli uomini consumavano tendenzialmente meno fibre totali rispetto alle donne.

Questo studio, sebbene presenti vari limiti (tra tutti, la somministrazione di un questionario sulla dieta riferita alle sole 24 ore precedenti l’intervista) fornisce nuove conoscenze sui fattori dietetici che potrebbero prevenire l’insorgere della demenza. Sono comunque necessari ulteriori ricerche e approfondimenti volti a confermare tali risultati.

Potete trovare maggiori informazioni a questo link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35125070/