In letteratura esistono diversi studi che dimostrano come alti livelli di stress predispongano maggiormente a sviluppare decadimento cognitivo lieve (MCI) e malattia di Alzheimer. Gli autori di questo articolo vogliono verificare se un trattamento di riduzione dello stress basato sulla mindfulness (MBSR) è in grado di ridurre l’atrofia ippocampale e migliorare la connettività del default mode network (DMN). Il DMN è una rete neurale distribuita in diverse regioni corticali e sottocorticali che viene generalmente attivata durante le ore di riposo e di attività “passive” mentre viene disattivata quando al cervello è richiesta l’attivazione per lo svolgimento di un compito di attenzione focalizzata. Rebecca E. Wells e colleghi, hanno randomizzato 14 adulti con MCI in due gruppi: uno che ha seguito il trattamento MBSR e uno che ha continuato le cure tradizionali. Tutti i soggetti sono stati a risonanza magnetica funzionale (MRf) prima e dopo il trattamento. I risultati hanno mostrato che nel gruppo di soggetti che ha seguito il trattamento MBSR si è verificato un aumento della connettività funzionale tra la corteccia cingolata posteriore e bilaterale, la corteccia prefrontale mediale e l’ippocampo sinistra rispetto al gruppo di controllo. Si è osservata inoltre un beneficio del MBSR nel volume inferiore di atrofia bilaterale dell’ippocampo. Questi risultati preliminari indicano che ci potrebbero essere benefici dei trattamenti MBSR nelle persone con MCI e malattia di Alzheimer.
Nota. La mindfulness è definita come la consapevolezza non giudicante dei propri pensieri, azioni e motivazioni nel momento presente. Si pratica attraverso la meditazione seduta e camminata, la scansione del corpo e il movimento consapevole. Il trattamento MBSR in questo articolo prevedeva 8 incontri a cadenza settimanale della durata di 2 ore ciascuno. Era prevista anche una pratica a casa (30 minuti circa al giorno), facilitata da registrazioni audio guidate.