A cura di Silvia Saglia e Samantha Galluzzi

Il 3 maggio scorso l’azienda farmaceutica Ely Lilly ha annunciato che il trattamento farmacologico sperimentale con donanemab, un anticorpo monoclonale anti-amiloide, ha rallentato in modo significativo il declino cognitivo e funzionale in persone con malattia di Alzheimer (AD) in fase iniziale. 

I risultati sono frutto di TRAILBLAZER-ALZ 2, un clinical trial di Fase 3 che ha coinvolto 1736 pazienti con decadimento cognitivo lieve (Mild Cogntive impairment, MCI) o demenza lieve ed evidenza strumentale di accumulo cerebrale delle proteine amiloide e tau, indicatori di neuropatologia AD.

Dopo 18 mesi di trattamento, nei pazienti che hanno assunto donanemab è stata evidenziata una riduzione del 23%, del declino clinico, valutato attraverso una scala globale cognitiva e funzionale (integrated Alzheiemer’s Disease Rating Scale, iADRS) rispetto ai pazienti che hanno assunto placebo. Il miglioramento evidenziato alla scala iADRS corrisponde ad un rallentamento della progressione di malattia di 5 mesi (https://link.springer.com/article/10.14283/jpad.2023.50). In più, i 1182 partecipanti con livelli intermedi di proteina tau cerebrale, indicativi di uno stadio iniziale di progressione di malattia rispetto a quelli con elevato accumulo, hanno mostrato rispetto al gruppo placebo un rallentamento del 40% del declino clinico alla scala iADRS.

Oltre a rallentare il declino cognitivo e funzionale, le infusioni mensili di donanemab hanno prodotto riduzioni significative dei livelli di placca amiloide cerebrale, con molti pazienti che hanno raggiunto livelli di amiloide considerati negativi per la patologia – il 34% dei partecipanti nella popolazione tau intermedia ha raggiunto una completa clearance dell’amiloide e quindi ha terminato il ciclo di trattamento a 6 mesi e il 71% a 12 mesi.

Nonostante gli evidenti benefici clinici e la velocità ed efficienza di rimozione dell’amiloide cerebrale, mai raggiunti prima d’ora, il trattamento con donanemab ha provocato alcuni effetti collaterali nella popolazione sperimentale, in alcuni casi rivelandosi fatale. Anomalie di imaging legate all’amiloide (ARIA) si osservano come edema temporaneo in una o più aree del cervello (ARIA-E) o come microemorragie superficiali (ARIA-H), rilevate tramite risonanza magnetica. Nel gruppo sperimentale l’ARIA-E si è verificata nel 24% dei partecipanti e l’ARIA-H nel 31,4% e nella maggior parte dei casi l’entità è stata lieve o moderata e si è risolta o stabilizzata. L’incidenza di ARIA grave è stata dell’1,6%.

Sulla base di questi risultati, che verranno presentati in modo più completo al congresso internazionale sulla malattia di Alzheimer a luglio 2023, Lilly procederà con la presentazione delle domande di autorizzazione a livello regolatorio mondiale il più rapidamente possibile – alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense già nel corso di questo trimestre.

Per il comunicato stampa originale si rimanda a:

https://investor.lilly.com/news-releases/news-release-details/lillys-donanemab-significantly-slowed-cognitive-and-functional