A cura di Elena Gatti

Yaffe K, Vittinghoff E, Dublin S, Peltz CB, Fleckenstein LE, Rosenberg DE, Barnes DE, Balderson BH, Larson EB.
Effect of Personalized Risk-Reduction Strategies on Cognition and Dementia Risk Profile Among Older Adults: The SMARRT Randomized Clinical Trial.
JAMA Intern Med. 2024 Jan 1;184(1):54-62. doi: 10.1001/jamainternmed.2023.6279.

Finora, pochi studi e con risultati a volte contraddittori hanno dimostrato che interventi multi-dominio, mirati alla promozione di stili di vita sani nella popolazione, possano ritardare l’esordio di declino cognitivo e demenza. Il presente lavoro ha lo scopo di verificare se un intervento preventivo, personalizzato, multi-dominio e non-farmacologico possa portare ad un miglioramento del profilo cognitivo e della qualità di vita in una popolazione anziana a rischio. 

Allo studio hanno partecipato 172 soggetti cognitivamente sani, tra i 70 e gli 89 anni, con più di due tra otto fattori di rischio per lo sviluppo di demenza (tra cui inattività fisica, ipertensione arteriosa, diabete, scarse ore di sonno, uso di farmaci da prescrizione associati al rischio di declino cognitivo, sintomi depressivi importanti, isolamento sociale e tabagismo). I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale ad un gruppo d’intervento o ad un gruppo di controllo. L’intervento consisteva in un approccio multi-dominio personalizzato e centrato sul paziente fornito da un coach (istruttore) e un infermiere. Le sessioni di coaching prevedevano incontri periodici durante i quali partecipante e istruttore fissavano obiettivi personalizzati (che andavano dal monitoraggio dell’ipertensione al camminare un certo numero di passi al giorno) con la finalità di migliorare il controllo dei fattori di rischio. Il gruppo di controllo, invece, riceveva periodicamente materiale didattico e informativo sui comportamenti da attuare per la riduzione del rischio di demenza. Dopo 2 anni, rispetto ai 90 partecipanti del gruppo di controllo, gli 82 partecipanti assegnati all’intervento multi-dominio hanno mostrato un miglioramento del 74% nella performance cognitiva globale e un miglioramento di circa il 145% del profilo dei fattori di rischio globale che si traduce, ad esempio, in una maggiore attività fisica, migliore qualità del sonno, minori sintomi depressivi e maggiore controllo del diabete/ipertensione.

Questo è il primo studio a supportare l’importanza di una strategia personalizzata mirata a ridurre i fattori di rischio per demenza.  Ulteriori studi in gruppi più ampi di anziani dovranno valutare se tale strategia sia in grado di ridurre il rischio o di ritardare l’esordio di demenza.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38010725/