Rodriguez-Vieitez E. et al. (2016)
Diverging longitudinal changes in astrocytosis and amyloid PET in autosomal dominant Alzheimer’s disease.
Brain. 

La malattia di Alzheimer (AD) è una demenza multifattoriale con una lunga fase preclinica caratterizzata da una cascata di eventi patofisiologici, le cui interrelazioni non sono ancora ben caratterizzate. Lo studio della forma autosomica dominante della malattia di Alzheimer (ADAD), causata da mutazioni nei geni di presenilina 1(PSEN1), presenilina 2 (PSEN2) e precursore della proteina amiloide (APP), ha permesso di predire l’età di insorgenza per una mutazione specifica e facilitato le indagini sull’evoluzione della patologia a partire da stadi presintomatici. Il valore della ADAD come modello per predire il decorso temporale di cambiamenti neuropatologici nella forma più comune e sporadica di AD è argomento di discussione in ambito scientifico. Recentemente sono stati pubblicati sulla rivista Brain, i risultati di un interessante studio di neuroimmagine, con tomografia ad emissione di positroni (PET) multitracer, che indaga la progressione longitudinale dei biomarcatori, per la prima volta in vivo, nella ADAD e nella forma sporadica di AD. I cambiamenti di astrocitosi cerebrale sono stati indagati mediante il tracciante 11C-deuterio-L-deprenyl (11C-DED), i depositi di placche di beta-amiloide (AB) mediante ligando 11C-Pittsburgh B (11C-PIB), e il metabolismo del glucosio mediante 18F-fluorodeossiglucosio (18F-FDG). Sono stati inclusi nello studio 52 partecipanti: 27 pazienti con ADAD (11 portatori di mutazione e 16 non portatori) appartenenti a famiglie con mutazioni note (PSEN1 o APP); 25 pazienti con AD sporadico, di cui 17 con diagnosi di decadimento cognitivo lieve (MCI) e 8 di demenza. I pazienti MCI sono stati ulteriormente suddivisi AB positivi (n=13) e AB negativi (n=4).
Tutti i partecipanti sono stati sottoposti al basale a PET multitracer, a prelievo del liquido cerebrospinale (CSF) e a valutazione neuropsicologica. Il follow up clinico e di imaging è stato effettuato per 26 dei partecipanti (dopo 2,8 anni, in media).  I ricercatori hanno utilizzato modelli lineari ad effetti misti, per stimare l’evoluzione temporale dei biomarcatori indagati. I risultati hanno evidenziato che il deposito di AB è il primo evento patofisiologico ad essere osservato nello striato di pazienti con ADAD portatori di mutazione presintomatici, 17 anni prima della comparsa dei sintomi attesi; durante lo stesso periodo, i livelli di astrocitosi risultano significativamente elevati e tendono in seguito a diminuire costantemente. In modo divergente dal pattern che caratterizza l’astrocitosi, il deposito di AB aumenta con la progressione della malattia. Il metabolismo glucidico diminuisce costantemente a partire da 10 anni dopo la deposizione iniziale di AB.
Nei pazienti MCI con AD sporadico AB positivi al basale, nel corso del tempo il deposito cerebrale di AB tende ad aumentare e il metabolismo del glucosio a diminuire; a differenza dei pazienti con ADAD portatori di mutazione, non è stata osservata una significativa diminuzione longitudinale dell’astrocitosi. L’evidente iniziale aumento e il successivo calo dell’astrocitosi in pazienti con ADAD portatori di mutazione, in contrasto con l’aumento del deposito di placche di AB durante la progressione della malattia, suggerisce che l’attivazione degli astrociti è implicata nelle fasi precoci della AD.

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