A cura di Sara Gipponi

Middle age self-report risk score predicts cognitive functioning and dementia in 20-40 years.

Vuoksimaa E, Rinne JO, Lindgren N, Heikkilä K, Koskenvuo M, Kaprio J.Alzheimers Dement. 2016 Sep 28.

In genere, la malattia di Alzheimer (AD) viene diagnosticata dopo l’età di 65 anni ma il processo di malattia può iniziare anche decenni prima. Poiché non vi è alcun farmaco per curare tale patologia, diventa molto importante identificare precocemente i soggetti a più alto rischio di demenza. La riserva cognitiva (RC) è costituita dal livello di istruzione ed occupazione raggiunti e dipende dalla capacità cognitiva pre-morbosa di ciascuno. L’ipotesi della “Riserva Cognitiva” afferma che le persone con livelli più elevati di RC possono tollerare meglio le patologie età-correlate ed i fattori di rischio e sviluppare più tardi forme di demenza rispetto a quelli con livelli più bassi di RC. Per questo motivo la RC viene considerata un fattore protettivo. A tale proposito, uno studio finlandese ha indagato l’utilità di uno strumento in grado di quantificare il rischio di sviluppare demenza, fino a 20/40 anni, utilizzando appunto, gli indicatori della RC. Nel 1975 un gruppo di ricercatori ha intervistato coppie di gemelli nate prima del 1958. A queste persone venivano poste domande circa la loro formazione scolastica, la loro condizione lavorativa del momento e le caratteristiche della professione svolta. Tra il 1999 e il 2007, i partecipanti che avevano compiuto 65 anni sono stati ricontattati telefonicamente per un’intervista di screening per la demenza che valutava lo stato cognitivo e l’indipendenza nelle attività quotidiane (vestirsi, fare la spesa etc…). È emerso che, su un totale di 2602 persone, circa il 10% (N = 260) presentava demenza ed era prevalentemente chi aveva livelli di riserva cognitiva più bassi. Il livello di Riserva Cognitiva si è dimostrato, quindi, un predittore significativo del decadimento e della funzionalità cognitiva: a livelli più alti di riserva cognitiva corrispondono un miglior funzionamento cognitivo e un minor rischio di sviluppare demenza nell’età avanzata. Questi risultati sottolineano la necessità di implementare nuovi interventi sociali volti a garantire un sempre maggiore accesso all’istruzione e una migliore condizione lavorativa, interventi che potrebbero rivelarsi efficaci quali strategie di prevenzione primaria contro la demenza.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27752535