DIAN-TU-001: A Phase II/III Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Cognitive Endpoint, Multicenter Study of Potential Disease Modifying Therapies in Individuals at Risk for and with Dominantly Inherited Alzheimer's Disease.

Funded by Washington University School of Medicine in St. Louis (USA).

Scopo di questo studio è testare la sicurezza, la tollerabilità, i biomarcatori e l’efficacia cognitiva dei prodotti sperimentali (Gantenerumab, Solanezumab e Atabecestat [JNJ-54861911]) in soggetti con mutazione accertata causativa la malattia di Alzheimer, determinando se il trattamento con il farmaco dello studio ritardi il tasso di progressione della disfunzione cognitiva e migliori i biomarcatori correlati alla malattia. I soggetti verranno reclutati da famiglie in cui sia presente almeno una persona portatrice della mutazione in uno dei geni tra presenilina 1 (PSEN1), presenilina 2 (PSEN2) e proteina precursore della beta-amiloide (APP), associata alla malattia di Alzheimer autosomica dominante e la cui penetranza è di circa il 100%.
I processi fisiopatologici alla base della malattia di Alzheimer, le placche di beta-amiloide e i grovigli neurofibrillari, iniziano a svilupparsi già 10-20 anni prima dell’insorgenza dei sintomi clinici. La capacità di identificare gli individui destinati a sviluppare la malattia fornisce quindi un’opportunità unica per valutare l’efficacia di terapie in persone asintomatiche o nelle fasi precoci di malattia. Inoltre, sebbene ci siano delle differenze tra le forme autosomiche dominanti di Alzheimer e le forme sporadiche, i risultati derivanti dall’intervento precoce in questo studio avranno delle implicazioni importanti anche per le future ricerche e il trattamento di queste ultime. L’endpoint primario di questo studio è che il gruppo trattato con farmaco attivo presenterà un tasso di progressione più lento alla misurazione dei parametri cognitivi rispetto al gruppo trattato con placebo in seguito al trattamento di minimo 4 anni. Precedenti studi, condotti su soggetti portatori di una mutazione associata alla malattia di Alzheimer ad esordio precoce, hanno rilevato che i cambiamenti nei biomarcatori sono identificabili già 15 anni prima dell’insorgenza della malattia. Attualmente nello studio DIAN-TU-001 sono coinvolti due Centri italiani: l’IRCCS Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia (PI: Dr. Giovanni Frisoni) e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze (PI: Prof. Sandro Sorbi).