A cura di Valentina Saletti

Boyle PA, Wang T, Yu L, Wilson RS, Dawe R, Arfanakis K, Schneider JA, Beck T, Rajan KB, Evans D, Bennett DA. The “cognitive clock”: A novel indicator of brain health. Alzheimers Dement. 2021 Jun 1. doi: 10.1002/alz.12351. Epub ahead of print. PMID: 34060702.

Secondo i ricercatori della Rush University un nuovo strumento di misura per identificare le persone a rischio di problemi di memoria è il cosiddetto orologio cognitivo. Quest’ultimo fornisce un valore rispetto alla salute del cervello, indicando quanto bene funziona rispetto all’età cronologica della persona. Sebbene l’età anagrafica sia considerata uno dei fattori di rischio della malattia di Alzheimer, i ricercatori sostengono che essa sia un predittore imperfetto poiché non tutti invecchiando sviluppano demenza.

In un primo momento i ricercatori hanno esaminato i dati di 1.057 partecipanti con più di 65 anni, che all’inizio non avevano problemi cognitivi e che sono stati sottoposti a valutazioni cognitive annuali fino a 24 anni. Hanno analizzato come cambiano le prestazioni cognitive con l’aumentare dell’età, utilizzando un nuovo approccio statistico per identificare il profilo tipico dell’invecchiamento cognitivo, quindi l’orologio cognitivo. Dai risultati sembrerebbe che l’età cognitiva sia in grado di predire molto meglio dell’età cronologica la demenza di Alzheimer (AD), il deterioramento cognitivo lieve (MCI) e la mortalità. Sulla base di quanto emerso, hanno testato l’orologio cognitivo su un campione indipendente di 2.592 partecipanti ed i risultati ottenuti hanno confermato che l’età cognitiva è un predittore migliore rispetto all’età cronologica. Per i ricercatori, quindi, si tratta di uno strumento che può essere un supporto alla ricerca sull’invecchiamento e può offrire un nuovo approccio per individuare i soggetti più a rischio di esiti negativi come la demenza. Un limite riscontrato dagli studiosi è la presenza di più variabili individuali nell’età cognitiva (come ad esempio lo stile di vita) che non sono state esaminate. Per confermare quindi l’utilità dell’orologio cognitivo come predittore cognitivo sono necessari ulteriori studi, che approfondiscano anche le differenze individuali in età cognitiva.

Potete trovare maggiori informazioni al seguente link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34060702/