A cura di Elena Rolandi

Long-term risk of dementia among people with traumatic brain injury in Denmark: a population-based observational cohort study.

Fann JR, Ribe AR, Pedersen HS, Fenger-Grøn M, Christensen J, Benros ME, Vestergaard M.

Lancet Psychiatry. 2018 May;5(5):424-431. doi: 10.1016/S2215-0366(18)30065-8. Epub 2018 Apr 10.

 

Le lesioni cerebrali di origine traumatica (TBI) sono tra le principali cause di disabilità e sono annoverate tra i possibili fattori che aumentano il rischio di sviluppare demenza. Tuttavia, gli studi a riguardo hanno portato a risultati contrastanti e presentano importanti limitazioni metodologiche. Un recente studio di popolazione ha quindi cercato di fare chiarezza sul legame che esiste tra TBI e demenza, analizzando i dati provenienti dai registri nazionali danesi.

La coorte oggetto di osservazione era composta da tutte le persone residenti in Danimarca in data 01/01/1995, che avessero 50 anni compiuti nel periodo compreso tra il 1999 e il 2013 (circa 2.8 milioni). Tra questi, il 4.7% aveva una prima diagnosi di TBI dal 1977 al 2013, rilevata dal registro danese delle ammissioni ospedaliere: 85% TBI lieve, 9.7% TBI severo, 5.3% frattura del cranio. Il 4.5% della popolazione studiata aveva una diagnosi di demenza, considerando solo i casi incidenti nel periodo di indagine (1999-2013). Il rischio di demenza era maggiore in persone con una storia di TBI rispetto a chi non aveva mai avuto TBI o aveva subito fratture non-TBI (che non coinvolgessero il cranio o la colonna vertebrale), correggendo per variabili socio-demografiche e comorbilità mediche, neurologiche e psichiatriche. Il rischio era massimo nei primi 6 mesi conseguenti al trauma cranico e aumentava in modo consistente all’aumentare del numero di traumi e della loro gravità. Tuttavia, si riscontrava un aumentato rischio anche a seguito di un singolo TBI lieve. Infine, il rischio era tanto maggiore quanto più precocemente era avvenuto il trauma nel corso della vita.

Gli autori sottolineano quindi l’importanza di adottare misure preventive e riabilitative per mitigare l’impatto di TBI anche lievi, quali le concussioni che si verificano frequentemente e in modo ripetuto e cumulativo nei giovani che praticano sport di contatto quali calcio, football americano, hockey e boxe.

Per maggiori dettagli:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29653873