A cura di Elena Rolandi

Region-Specific Association of Subjective Cognitive Decline With Tauopathy Independent of Global β-Amyloid Burden.
Buckley RF, Hanseeuw B, Schultz AP, Vannini P, Aghjayan SL, Properzi MJ, Jackson JD, Mormino EC, Rentz DM, Sperling RA, Johnson KA, Amariglio RE.
JAMA Neurol. 2017 Oct 2. doi: 10.1001/jamaneurol.2017.2216. [Epub ahead of print]

Nelle persone anziane, la percezione di un peggioramento delle proprie capacità cognitive in assenza di disturbi obiettivi, o declino cognitivo soggettivo (SCD), è associata ad un maggior rischio di successivo sviluppo di deficit cognitivi effettivi e ad alterazioni cerebrali indicative di malattia di Alzheimer.

Scopo del presente studio è stato quello di indagare l’associazione tra SCD ed i principali biomarcatori in vivo di malattia di Alzheimer, tramite PET: accumulo di beta-amiloide corticale e presenza della proteina tau nelle regioni medio-temporali, quali la corteccia entorinale e temporale inferiore.
Sono stati analizzati i dati relativi a 133 partecipanti allo studio Harvard Aging Brain (HABS), rivolto a persone con un’età compresa tra i 55 e i 90 anni che non mostrino deficit cognitivi. L’entità di SCD è stata valutata tramite una misura composita formata da domande provenienti da 3 diverse scale sulla percezione soggettiva delle proprie capacità di memoria. Sono stati quindi valutati gli effetti indipendenti e interattivi dei biomarcatori selezionati su SCD, controllando per età, sesso, scolarità e sintomi depressivi, tramite modelli di regressione lineare.
I livelli di SCD sono risultati essere associati al carico di tau nella corteccia entorinale e, con una forza minore, ad amiloidosi corticale. Tuttavia, non è stata trovata alcuna interazione tra questi indicatori nel determinare il grado di SCD.
Gli autori concludono che tali risultati supportano l’ipotesi di SCD come possibile marcatore comportamentale precoce di cambiamenti neuropatologici negli anziani sani. Nello specifico, la presenza di tauopatia entorinale, in concomitanza di minimi livelli di amiloidosi, è considerata una delle più precoci componenti nel continuum neuropatologico che porta allo sviluppo di malattia di Alzheimer. Alternativamente, gli stessi risultati possono essere interpretati come una associazione tra emergenza di SCD e tauopatia primariamente collegata all’età (PART) e quindi indipendente da amiloide. Sono quindi necessari studi longitudinali che mettano in relazione i cambiamenti dell’accumulo di tau nel tempo con la variazione nella percezione soggettiva di declino cognitivo.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28973551