A cura di Federica Ribaldi

Neuronal network disintegration: common pathways linking neurodegenerative diseases.
Ahmed RM, Devenney EM, Irish M, Ittner A, Naismith S, Ittner LM, Rohrer JD, Halliday GM, Eisen A, Hodges JR, Kiernan MC.
J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2016;87:1234-1241.

Lo studio delle malattie neurodegenerative è tradizionalmente affidato all’approccio clinico-patologico, che tuttavia rischia di fallire nel riconoscere l’eterogeneità di tali patologie. Negli ultimi anni si è sviluppato un nuovo approccio che coinvolge le reti neurali per classificare le malattie neurodegenerative lungo un continuum neuropatologico. Grazie a studi che di neuroimaging è stato possibile analizzare tali reti. La presente revisione della letteratura ha analizzato le sovrapposizioni cliniche e anatomo-patologiche lungo lo spettro delle malattie neurodegenerative. Di seguito riportate alcune delle interessanti evidenze riassunte dagli autori. La variante comportamentale della demenza frontotemporale (bvFTD) manifesta un profilo caratterizzato da apatia, disinibizione e comportamenti stereotipati, al pari della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e di sindromi classificate come “Parkinson plus” (paralisi sopranucleare progressiva, PSP; degenerazione cortico-basale, CBD). È probabile che somiglianze nella presentazione comportamentale derivino da alterazioni nel funzionamento dei network che controllano tali manifestazioni. Ad esempio negli FTD vi è una ridotta connettività funzionale tra il salience network (SN) e il default mode network (DMN): il primo responsabile principalmente dell’integrazione di stimoli emotivi salienti; il secondo della memoria autobiografica ed episodica e della teoria della mente. Tale risultato quindi non sorprende se si considera la manifestazione comportamentale di questi pazienti. I deficit di Teoria della Mente dei pazienti FTD sono simili a quelli riscontrabili in pazienti SLA o PSP, a supporto dell’ipotesi che queste condizioni si sovrappongono in termini di funzionamento del DMN. Anche nella malattia di Alzheimer (AD) il DMN mostra una ridotta connettività, relato al pattern di atrofia dei pazienti AD, mentre il SN risulta integro. I pazienti AD mostrano difficoltà di memoria episodica conseguenti all’atrofia delle regioni medio-temporali ma anche ad una ridotta funzionalità delle connessioni tra ippocampo e regioni parietali posteriori. Nei pazienti bvFTD, nonostante di norma non venga considerato il coinvolgimento di tale funzione, spesso, si notano difficoltà dovute ad un’iniziale degenerazione corticale prefrontale in aggiunta al coinvolgimento delle regioni medio-temporali. Potrebbero pertanto sovrapporsi i circuiti neurali che mediano i deficit di memoria episodica negli AD e bvFTD, aventi come nodo l’ippocampo. Sono state individuate mutazioni nella struttura di alcune proteine in grado di legarsi all’RNA. Tali proteine possono colpire network specifici o network funzionali multipli e portare a variazioni fenotipiche con conseguenti sovrapposizioni potenziali tra i disturbi. Nonostante le molteplici evidenze a favore dell’eterogeneità delle malattie neurodegenerative esistono ancora pochi studi a riguardo. I risultati degli autori hanno importanti implicazioni nella pratica clinica in termini di accuratezza delle diagnosi e per la diagnosi differenziale precoce.
Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27172939