A cura di Lorenzo Pini

Association of Lithium in Drinking Water With the Incidence of Dementia
Kessing LV, Gerds TA, Knudsen NN, Jørgensen LF, Kristiansen SM, Voutchkova D, Ernstsen V, Schullehner J, Hansen B, Andersen PK, Ersbøll AK.
JAMA Psychiatry. 2017 Aug 23.

Il litio, utilizzato in psichiatria come componente di alcuni medicinali per la stabilizzazione del tono dell’umore, è naturalmente presente in piccole quantità nell’acqua potabile, con livelli che possono oscillare tra diverse regioni geografiche.
Secondo un recente studio Danese pubblicato su JAMA Psychiatry, le persone esposte a più alte concentrazioni di litio nell’acqua potabile hanno un rischio minore di sviluppare demenza. I ricercatori hanno incrociato i dati di residenza e di diagnosi da due uffici statistici del paese includendo un totale di 73731 pazienti con demenza e 733653 soggetti di controllo della stessa età. I dati di residenza sono stati utilizzati per stimare le concentrazioni naturali di litio a cui gli individui sono stati esposti in una finestra temporale di 28 anni (dal 1986 al 2013). I risultati hanno mostrato una relazione non lineare tra rischio di sviluppare demenza ed esposizione a 4 diverse concentrazione di litio (2.0-5.0, 5.1-10, 10.1-15 e 15.1-27 μg/L). Nello specifico, i ricercatori hanno evidenziato come il rischio di sviluppare demenza fosse più basso negli individui esposti a livelli di litio oltre i 10 μg/L, raggiungendo una significatività statistica nei soggetti esposti ad oltre 15.1 μg/L rispetto ai soggetti esposti a 2.0-5.0 μg/L (IRR, 0.83; p<.001). Tuttavia l’esposizione a 5.1-10 μg/L di litio era associata ad un rischio maggiore di demenza rispetto ai livelli 2.0-5.0 μg/L (IRR, 1.22; p<.001). Questo pattern è stato confermato anche in pazienti con diagnosi di demenza di Alzheimer e demenza vascolare.
Gli stessi ricercatori suggeriscono cautela nell’interpretazione dei risultati in quanto alcune variabili dipendenti dalla residenza (come l’accesso alle cure sanitarie) potrebbero aver agito da fattori confondenti.

Per lo studio completo
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28832877