A cura di Giulia Quattrini

Weston PSJ, Nicholas JM, Henley SMD, Liang Y, Macpherson K, Donnachie E, Schott JM, Rossor MN, Crutch SJ, Butler CR, Zeman AZ, Fox NC.
Accelerated long-term forgetting in presymptomatic autosomal dominant Alzheimer’s disease: a cross-sectional study.
Lancet Neurol. 2018;17(2):123-132.

I cambiamenti patologici tipici della Malattia di Alzheimer si realizzano molto prima dell’esordio clinico; in particolare, una delle prime aree interessate è la temporale mesiale, fondamentale per la memoria. La forma familiare della malattia condivide alcune caratteristiche patofisiologiche e cliniche con quella sporadica, con tuttavia la possibilità di stimarne l’età di esordio. Un lavoro recente, condotto su 35 soggetti di cui 21 portatori di mutazione, ha studiato i deficit di memoria a lungo termine in soggetti presintomatici e portatori delle mutazioni associate alla Malattia di Alzheimer, con lo scopo di testarne l’efficacia nel discriminarli rispetto ai sani. Lo studio ha evidenziato che i deficit di memoria a lungo termine tendono ad evolvere in maniera più rapida nei portatori delle mutazioni già nella fase presintomatica. La rapidità con la quale il materiale memorizzato viene perso, inoltre, aumenta progressivamente man mano che i soggetti si avvicinano all’età stimata per l’esordio. Gli autori concludono che testare la rapidità con la quale il materiale memorizzato viene perso potrebbe essere utile per individuare i soggetti ancora in fase presintomatica.

Ulteriori informazioni sono disponibili al seguente link:
http://www.thelancet.com/journals/laneur/article/PIIS1474-4422(17)30434-9/abstract