A cura di Lorenzo Pini

Differential aging trajectories of modulation of activation to cognitive challenge in APOE ε4 groups: Reduced modulation predicts poorer cognitive performance.
Foster CM, Kennedy KM, Rodrigue KM.
J Neurosci. 2017 Jun 26.

La modulazione dell’attività cerebrale, ossia la risposta di attivazione o deattivazione delle reti cerebrali a determinati compiti cognitivi, diminuisce con l’età e nelle malattie neurodegenerative e sembra essere responsabile, almeno in parte, di alcuni deficit cognitivi.
Recentemente questa evidenza è stata estesa anche in soggetti sani portatori dell’alipoproteina E4 (APOE4), il maggior fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer (AD). Lo studio, firmato dai ricercatori della University of Texas di Dallas, ha confrontato il funzionamento cerebrale di 31 soggetti sani portatori di APOE4 (range età 20-86) con 31 soggetti non-portatori appaiati per età, genere e scolarità.
Durante l’esame di risonanza magnetica funzionale i soggetti dovevano eseguire un test di giudizio spaziale di difficoltà crescente. Dai risultati è emerso che in entrambi i gruppi di soggetti, come il test diventava più difficile, si assisteva ad una deattivazione di aree della corteccia prefrontale, del giro temporale e del precuneo. Infatti, è noto che in situazioni di riposo, una rete cerebrale denominata Default Mode Network (DMN), risulta attiva, mentre quando siamo impegnati in un compito, il cervello riduce l’attività delle aree del DMN riallocandola ad altre regioni. Tuttavia, da questo studio è emerso che nei soggetti anziani portatori di APOE4, il precuneo (una regione chiave del DMN) si deattivava in misura ridotta rispetto ai soggetti non-portatori della stessa età, in risposta alla difficoltà crescente del compito. Inoltre la diminuzione della modulazione in risposta al compito si associava anche ad una riduzione della performance ad un test di memoria eseguito fuori dalla scanner.
Questo studio evidenzia come i soggetti portatori di APOE4 mostrano un’alterazione nella capacità di modulazione dell’attività cerebrale in risposta alle sfide cognitive rispetto ai soggetti non-portatori di APOE4. Questi risultati, se confermati da altri studi indipendenti, potrebbero fornire importanti informazioni per identificare individui a rischio per AD.

Per maggiori informazioni.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28652414