A cura di Sara Gipponi

Effects of Music on Agitation in Dementia: A Meta-Analysis.
Pedersen SKA, Andersen PN, Lugo RG, Andreassen M, Sütterlin S.
Front Psychol. 2017 May 16;8:742. doi: 10.3389/fpsyg.2017.00742. eCollection 2017.

L’agitazione è un problema psicologico e comportamentale molto comune nei pazienti con demenza e comprende una varietà di condotte quali ripetitività, irrequietezza, vagabondaggio ed aggressività.

L’agitazione riduce la possibilità di interazioni sociali positive, aumenta il carico psicologico ed organizzativo e, generalmente, è la principale causa di istituzionalizzazione del malato. Solitamente, tale sintomo viene trattato farmacologicamente ma, a causa degli effetti collaterali e dei costi, è necessario trovare metodi non farmacologici alternativi. La musicoterapia (ovvero l’utilizzo della musica per realizzare obiettivi individuali entro una relazione terapeutica) sembra essere un metodo promettente per ridurre l’agitazione nei pazienti con demenza e per tale motivo questa revisione degli studi sul tema ha indagato la sua reale efficacia. Gli interventi musicali possono essere messi in atto in diversi ambienti, anche quelli della vita quotidiana, con individui, gruppi, famiglie, per ottimizzare la salute e il benessere fisico, sociale, comunicativo, emozionale, intellettuale e spirituale dei malati. Sono stati analizzati sia studi in cui era necessaria la partecipazione attiva del malato (cantare, ballare, battere le mani o suonare uno strumento) sia interventi di tipo passivo in cui al partecipante si chiedeva solamente di ascoltare musica. È emerso che gli interventi musicali sono significativamente efficaci nella riduzione dell’agitazione nei pazienti con demenza. Ovviamente, data la piccola numerosità degli studi presi in considerazione e della eterogeneità degli interventi considerati, sarebbe opportuno sviluppare ricerche ad hoc per indagare quali siano le caratteristiche che fanno dell’intervento con la musica un intervento di successo ed efficace.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28559865